martedì 14 aprile 2009

Ciao Texas, domani New Mexico

Shamrock vorrei dimenticarla in fretta... un po’ come Vinita. Peccato che dove dormiamo stanotte ci sia, proprio davanti al Motel, un distributore che si chiama Shamrock. E il motel in questione, si chiama Bonanza. Popolato da noi, dall’ennesimo pachistano che gestisce i motel (siamo a 6 su 7) e da un truck-driver. Vega, questa è la città, sono due anime in croce. E i telefoni cellulari non funzionano. Sembra di essere in un altro mondo.

Con domani mattina, lasciamo il Texas, cambiamo fuso orario (saremo a -8 dall’Europa) ed entriamo in New Mexico. So abbastanza per certo che il Texas non mi mancherà... Due generazioni di Bush a parte (e qui c’è addirittura un paesino che si chiama Bushland... credo più in onore ai cespugli che non alla sua famiglia) e nonostante le smisurate campagne, il Texas è uno Stato un po’ sui generis: molto legato alla propria bandiera (quella con una sola stella, la “Lone Star”... e chi se ne importa degli altri) e molto poco al suo segmento di Route 66. Infatti, per ora, è l’unico Stato (su 5) che non ha personalizzato i cartelli storici. Anzi, ne mette proprio pochi sul tragitto. Va bene che costeggia l’Interstate, quindi non è difficile da seguire...
I texani mi paiono un po’ convinti che son loro i migliori in tutto: hanno il più bel motel sulla 66 (ne abbiamo visti circa 30); le migliori bistecche della 66 (una ventina). E non ho mai visto così tante chiese: ad Amarillo ce ne sono ad ogni incrocio; credo che qui siano rappresentate più o meno tutte le confessioni spirituali possibili e immaginabili, Cavalieri Jedi compresi... E a Groom, conficcata in un prato, visibile da chilometri e chilometri di distanza, c’è la “più grande croce dell’emisfero occidentale”!
Fuori Amarillo, c’è il più grande discount di selle per cavalli del mondo; c’è il “Big Texan Steak House” che non è un locale come gli altri (e si vede dai murales che lo circondano): è apprezzato soprattutto per la sua superofferta perenne: se siete capaci di mangiare una bistecca di 72 once, con tutti i contorni del caso, in 1 ora, non la pagate. Giusto per capire, 72 once sono 2 chili!

Ogni tanto, ci capita di sbagliar strada: Mariano ha battezzato questa nostra attitudine “pascolata”. Oggi, tra la ricerca di un centro commerciale per rifornirci del necessario per il viaggio, il tentativo di trovare il Western Store annunciato in un cartello sulla strada e i normali errori di valutazione (qui le indicazioni te le mettono a 3 centimetri dalla svolta: se non sei attentissimo, o inchiodi –tanto il traffico, fuori dalla Interstate, è davvero ridotto ai minimi termini- o passi oltre e devi fare inversione) abbiamo fatto lo stesso pezzo di autostrada, avanti e indietro, ben 5 volte... 90 km tanto per gradire...


Uno di questi vai-e-torna è servito per arrivare al famoso “Cadillac Ranch”: impossibile passare da Amarillo e non fermarsi (anche se noi ce ne stavamo dimenticando...) ad ammirare le 10 Cadillac, infilate nel terreno, colorate e graffitate da almeno 20 strati di turisti. Perché il “Cadillac ranch” (che è stato spostato di alcuni metri, seguendo negli anni l’evoluzione della Route 66, ora diventata Interstate 40) se vogliamo, è proprio l’essenza effimera di uno Stato come il Texas. Il poco che diventa spettacolo a tutti i costi.


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