giovedì 16 aprile 2009

Vento atomico (e neve)

Io, che avrei voluto di studiare fisica nucleare (poi son stato talmente scarso, nei primi anni a scuola, che ho dovuto cambiare indirizzo... per fortuna) ad Albuquerque un girettino alla base dell'air-force che ospita il "Museo dell'Atomo" l'avrei fatto volentieri, ma in effetti non c'era gran tempo. Eppure, recandoci di buona mattina verso il centro della città (la via principale combacia con la Route 66, che in città si chiama Central Avenue ed è lunga la bellezza di 18 miglia) ho capito che quella di oggi sarebbe stat auna giornata "atomica"!
Intanto non avevo mai visto prima, su un edificio, il cartello : “fallout shield protection”. In pratica c’è un rifugio antiatomico nei sotterranei. E posso anche capire: qui in New Mexico ha preso vita l'escalation nucleare mondiale. Il 16 luglio del 1945 ad un centinaio di km da Alamogordo, paesino a 200 miglia da Albuquerque, avvenne la prima esplosione atomica: ovvero la realizzazione di quel “Progetto Manhattan”, con base a Los Alamos, a cui contribuirono Robert Oppenheimer ed Enrico Fermi. Pochi giorni dopo quel test, “fat man” e “little boy” furono sganciate sul Giappone, cambiando per sempre il mondo.
L'atomo ci accompagna anche a Grants: qui c'è il “New Mexico Mining Museum” e Grants, è una località non scelta a caso per ospitarlo, dal momento che è il capoluogo dell’area mineraria più importante del new Mexico e di sicuro degli Usa per un trentennnio, visto che l'uranio qui spuntava come la lattuga da noi.

Prima di arrivare a Grants, alle porte di Albuquerque abbiamo reso omaggio al Rio Grande, fiume che ha fatto la storia del west (e del cinema western) che qui scorre tranquillo. La cosa che colpisce, nel parco che circonda l’area, sono i cartelli messi a protezione dei turisti. Che gli americani con le precauzioni esagerino, è cosa nota: ma leggere un cartello con scritto “evitate di fare picnic durante le bufere di vento” o “evitate di dar fuoco agli alberi” è abbastanza eccessivo...

Ammirato il “Continental Divide”, ovvero a quel punto degli States nel quale le acque piovane da un lato defluiscono nel Pacifico; dall’altro nell’Atlantico, sempre lungo la Route 66 arriviamo a Gallup, ovvero alle porte dell'Arizona. Dove ci accoglie un vento che sposta le auto e piega gli alberi, e una temperatura polare. Massima: 16 gradi al sole (ma ventosi); minima prevista in nottata: MENO 6, con possibilità di neve del 50%. Io posso solo dire che, usciti dal ristorante alle 8.30 circa, con il termometro dell'auto che segnava 38 gradi Fahrenheit (da noi sarebbero 3°C) il vento portava i fiocchi. E che ora, alle 21.30 mentre scrivo, qui fuori sembra la vigilia di natale... Speriamo smetta, altrimenti domattina serve davvero il 4x4... Ma anche qualche maglione!

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