martedì 7 aprile 2009

Sul tetto d'America

Quarantacinque (dicasi 45) ponti mobili in funzione... Poi guardi fuori dalla finestra dell'albergo e vedi anche un faro nel lago (il Chicago Harbour Light). Qui tutto è grande, naturalmente... ma un po' di più. Questa è la Chicago che ha "inventato" i grattacieli, e oggi ne ha 3 tra i 15 più alti al mondo, ben 20 oltre i 200 metri di altezza. Cosa da far girar la testa, anche a "quelli di Manhattan".
Oggi siamo saliti sulla Sears Tower, che da giugno (i diritti di Sears son scaduti) cambierà nome: è il grattacielo più alto d'America dopo aver strappato il trono alle Torri Gemelle... Per un po' è rimasto il più alto del mondo, poi sono arrivati i soldi (tanti) dei malaysiani... Invece di arrivare fino all'osservatorio al 103esimo piano, ci hanno limitati a quello al 99esimo. Abbiam scelto il momento giusto, almeno, con squarci di sole che - dopo la neve della notte e il gelo mattuino con nuvole pesanti- garantiscono una vista d'occhio superlativa. 108 piani totali, 442 metri di altezza (che arrivano a 528 con le antenne radiotv-telefoniche): come 610 mazze da baseball una sopra l'altra: nel suo interno scorrono 70 mila km di cavo telefonico, 120 mila km di cavi elettrici, 40 mila km di tubazioni varie...

A Chicago e comprensorio vivono 9 milioni di persone. Ma sono tutti tranquilli e ordinati, meno caotici che a New York. E si trattano bene: siamo riusciti a trovare una colazione-pranzo a buffet a 14 dollari tutto compreso: con muffin, macedonia, hamburger, bacon, uova, e tutto quel che viene in mente...

Chicago è la città di Obama e dopo aver dato i natali al jazz ma anche alla house music, ha scoperto una vocazione "verde", ecologica, la città che guarda al futuro, che non ha paura di adottare soluzioni europee (come i giardini sui tetti per risparmiare su acqua e riscaldamento). Ecco... poi però ci si mettono le abitudini... Nella notte tra domenica e lunedì, il palazzone che affiancava la nostra stanza d'albergo, aveva almeno 60 locali illuminati a giorno. Ovvero per tutto il weekend luce accesa. E noi non siamo ancora entrati in stanza senza trovare almeno una luce accesa. Giuro che le abbiamo sempre spente prima di uscire...

Ma Chicago è anche una città gentile... Solo qui ho visto i semafori, in alcune zone sotto il "loop" (che è quella metro-treno leggero che circola, sopraelevata all'aperto nel centro cittadino) che prima di diventare rossi fanno il conto alla rovescia. Venti secondo di tempo per passare dall'altra parte della strada. Peccato sprecarne troppi a rimanere esstasiati a bocca aperta, e sentirsi strombazzare dall'automobilista che questa sottigliezza non l'ha colta. Bye bye Chicago... sweet home!

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